La Genova di De André

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La Genova di De André: un legame forte e fonte di grande ispirazione per il cantautore genovese.

 

La Genova di De André
La Genova di De André

 

Fabrizio nasce a Genova nel 1940 e lascerà appena scoppiata la Seconda Guerra Mondiale perchè la famiglia si rifugia nella campagna vicino Asti, nella casa di Revignano d’Asti, in compagnia della madre (Luisa Amerio), del fratello Mauro e delle due nonne, mentre il padre di Fabrizio, ricercato dai fascisti, si dà alla macchia.

Ritornerà a Genova nel 1945 e abiterà a Via Trieste e poi dal 1960 in Via Trento, zona Foce.

Mentre era nato a in via De Nicolay 12, quartiere Pegli.

Nel 1975 Fabrizio e la compagna Dori acquistarono la tenuta dell’Agnata, nel cuore montuoso della Gallura in Sardegna, ai piedi del Monte Limbara e a breve distanza da Tempio Pausania e nel 1979 si trasferirono in Sardegna.

Ma Genova resta per sempre la prima e più importante ispirazione per le sue canzoni. Fabrizioha cantato gli ultimi, gli emarginati, le prostitute, gli esclusi e in questo modo ha affrescato il ritratto di una Genova nascosta, vera, popolare.

Ora andiamo alla scoperta della Genova di Fabrizio.

 

Le strade dove abitò con la famiglia.

Ovviamente andiamo subito in via De Nicolay 12, dove c’è una targa che ricorda al sua nascita. Continuiamo poi fino a via Trieste 8 in zona Albaro. Questa è da considerare la vera dimora dell’infanzia genovese di De André, che in questo quartiere trascorse tutta la sua gioventù: in via Cesare Battisti si trova la sua scuola elementare Diaz e poi la vicina via Piave, dove per anni, bighellonò con la sua banda, tra giochi, scherzi e tafferugli.

Il successivo trasloco sarà nel 1960, nei pressi di via Trento, nella splendida Villa Paradiso, che il padre Giuseppe affittò per tutta la famiglia.

La Genova di De André
La Genova di De André

 

Quartiere Foce

Da Corso Italia 6 dove De André abitava da giovane e dove compose la Canzone di Marinella.Passeggiando sul lungomare in direzione centro si raggiunge la Foce, luogo spesso citato da Fabrizio nelle sue canzoni (se sbarcherò alla foce e alla foce non c’è nessuno la faccia mi laverò nell’acqua del torrente; Le acciughe fanno il pallone) si trovava il Roby Bar, all’angolo tra via Cecchi e Casaregis punto di ritrovo di artisti e di personaggi alquanto discutibili e bizzarri.

l’unica zona del centro con accesso diretto al mare, dove una volta c’era la spiaggia e un borgo di pescatori, si guardavano partire i piroscafi con un pizzico di malinconia” (Fabrizio De André)

 

Vico Dritto di Ponticello

Poco distante dalla famosa Piazza Ferrari è il Vico Dritto di Ponticello, oggi fagocitato da Piazza Dante, cantato nella colorita e bellissima A duménega, in cui nell’antica Genova la processione domenicale delle prostitute sbeffeggiate dalla cittadinanza, si trasforma nelle crude parole di Fabrizio in un schiaffo al bigottismo imperante.

 

Il quartiere della Maddalena

In questo quartiere sono ambientate molte delle canzoni di Fabrizio de André. Si trattava infatti di uno dei quartieri poveri di Genova, abitato da quegli ultimi che sono i protagonisti della musica di Faber. Qui inoltre, si trova la confetteria Romanengo, citata in Parlando del naufragio della London Valour come “la pasticceria di Via Roma”. 

Il pasticcere di via Roma
Sta scendendo le scale
Ogni dozzina di gradini
Trova una mano da pestare
Ha una frusta giocattolo
Sotto l’abito da tè

I Portici di Sottoripa

In quest’area, due sono i locali che hanno un solido legame con il cantautore genovese. Uno è il locale Ragno Verde, frequentato spesso da de André insieme a Paolo Villaggio. L’altro è invece La Borsa di Arlecchino, che fu teatro delle prime esibizioni dell’artista.

Più avanti proseguendo si trova il vecchio ponte Spinola, dove nel 1999 è stata creata la Passeggiata a mare Fabrizio De André, mentre nei pressi del Museo Galata esiste ancora uno dei luoghi protagonisti di Crêuza de mä, il mercato ittico di Piazza Cavour.

 

Piazza delle Erbe

Oggi è il cuore pulsante della movida genovese. Fra i tanti locali ce n’è uno, il Bar Berto, che mantiene intatto il suo stile liberty. Frequentato da Fabrizio, custodisce all’interno una sua foto originale dell’archivio Leoni, quasi come se fosse un tesoro.

 

Paesino di Sant’Ilario.

Il paesino di Sant’Ilario citato nella canzone è in realtà la stazione di Nervi. Fu lì che sbarcò la mia Bocca di rosa” Fabrizio De André

Appena scese alla stazione
Nel paesino di Sant’Ilario
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario

 

Via del Campo

Via del Campo c’è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa

Via del Campo c’è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina

Via del Campo c’è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano.

La Genova di De André
La Genova di De André

Via del Campo è una strada lastricata del quartiere genovese di Prè che incrocia in senso trasversale i caruggi del centro storico.

In via del Campo si trovava il negozio di dischi di Gianni Tassio, grande amico di Fabrizio De André, il quale frequentava fin da giovane il negozio.

L’emporio ha chiuso nel 2010 e oggi al suo posto c’è il museo Via del Campo 29rosso; il museo ripercorre la storia delle opere di Fabrizio De Andrè ed è anche presente anche una sezione dedicata alla Scuola genovese della canzone d’autore.

Negli anni 60, quando Fabrizio girava per Via del Campo, questa parte di Genova era frequentata da prostitute, contrabbandieri, travestiti, alcoolizzati; un posto dove Fabrizio prese ispirazione per una buona parte dei suoi testi.

 

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