La versione di De André è comunque diversa da quella di Brassens, quest’ultima è più cruda mentre la versione di De André è senza dubbio più poetica e fiabesca. La traduzione stessa del titolo della versione francese letteralmente è “Il Babbo Natale e la fanciulla”, che il De André ha reso con “La leggenda di Natale“, titolo quello francese più secco, più forte.
La canzone è contenuta nell’ Album “Tutti morimmo a stento” del 1968
De Andrè maschera la brutalitá del testo originale con un velo fiabesco risaltando la contrapposizione tra l’ingenuità di una bambina e la brutalità di un uomo identificato con la figura di un babbo Natale. quest’ultimo dovrebbe essere simbolo di generosità e bontà ma nasconde le sue intenzioni recando “doni” per guadagnarsi la fiducia della sua “vittima”. Nell’ultima parte della canzone, la bambina è diventata una donna che viene paragonata ad un fiore appassito, perchè porta ancora i segni della violenza subita e tiene tutto il dolore dentro per paura o per vergogna.
Testo La leggenda di Natale
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l’età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea.
E venne l’inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d’amore
e d’oro e d’argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.
Copri’ le tue spalle d’argento e di lana
di pelle e smeraldi intrecciò una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
dai piedi ai capelli ti volle baciare.
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l’incanto è svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d’un fiore appassito a Natale
la storia d’un fiore appassito a Natale