Bocca di Rosa

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Bocca di Rosa per ammissione dello stesso Fabrizio,  è la canzone considerata la più vicina al suo modo di essere.

Il brano viene inciso nell’album “Volume I”del 1967. 

De André con questa canzone vuole rappresentare quella libertà di pensiero e di espressione che era anche una sua proprietà sottolineando il bigottismo e la chiusura mentale di una Italia ancora molto provinciale ed attaccata a determinati canonici etici e morali.

 

Bocca di Rosa
Bocca di Rosa

 

Bocca di rosa di è la storia di una prostituta e del suo arrivo nel paese di Sant’Ilario (Il paesino di Sant’Ilario citato nella canzone è in realtà la stazione di Nervi. Fu lì che sbarcò la mia Bocca di rosa” Fabrizio De André), anche se tuttavia il termine prostituta non è così corretto. Come si legge nel testo:

“C’è chi l’amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa né l’uno né l’altro
lei lo faceva per passione”.

era la passione visiva di questa donna, così lontana dalla chiusura del paese dove era arrivata ad essere additata prima ancora del suo operato.

La chiusura di mentalità della società di Sant’Ilario porta a discriminare e indicare come figura in senso negativo Bocca di Rosa rivolgendosi direttamente “all’ordine costituito”, i carabinieri. La descrizione di Bocca di Rosa fatta dalla zitella è palesemente dispregiativa e la indica come una prostituta: “quella schifosa ha già troppi clienti più di un consorzio alimentare”.

 

Nella prima versione De André sottolinea il suo animo anarchico con la critica rivolta alle forze dell’ordine:

Spesso gli sbirri e i carabinieri
al proprio dovere vengono meno
ma non quando sono in alta uniforme
e l’accompagnarono al primo treno”.

nella versione successiva questa parte è stata modificata in

Il cuore tenero non è una dote
di cui sian colmi i carabinieri
ma quella volta a prendere il treno
l’accompagnarono malvolentieri”.

 

Nonostante l’azione portata avanti dalle comari del paesino alla stazione, spiega De André, c’erano tutti a salutare Bocca di Rosa. Forse si sono pentiti e hanno riconosciuto la forza, l’antipregiudizio e il cambiamento che aveva portato in paese Bocca di Rosa e tra questi, a riconoscere l’amore universale, quello vero che tanto riempie le pagine della Bibbia, anche il parroco.

Ma in realtà chi era la donna che ha ispirato la canzone ? Leggi l’articolo “Chi era Bocca di Rosa”



Testo Bocca di Rosa

 

La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore sopra ogni cosa

Appena scese alla stazione
Nel paesino di Sant’Ilario
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario

C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione

Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Ha il cuore libero oppure ha moglie

E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di rosa si tir
ò addosso
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso

Ma le comari d’un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva

Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non pu
ò più dare cattivo esempio

Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto

E rivolgendosi alle cornute
Le apostrof
ò con parole argute
“Il furto d’amore sarà punito”
Disse “dall’ordine costituito”

E quelle andarono dal commissario
E dissero senza parafrasare
“Quella schifosa ha già troppi clienti
Più di un consorzio alimentare”

Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi, con i pennacchi
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi e con le armi

Spesso gli sbirri e i carabinieri
Al proprio dovere vengono meno
Ma non quando sono in alta uniforme
E l’accompagnarono al primo treno

Alla stazione c’erano tutti
Dal commissario al sacrestano
Alla stazione c’erano tutti
Con gli occhi rossi e il cappello in mano

A salutare chi per un poco
Senza pretese, senza pretese
A salutare chi per un poco
Port
ò l’amore nel paese

C’era un cartello giallo
Con una scritta nera
Diceva “addio bocca di rosa
Con te se ne parte la primavera”

Ma una notizia un po’ originale
Non ha bisogno di alcun giornale
Come una freccia dall’arco scocca
Vola veloce di bocca in bocca

E alla stazione successiva
Molta più gente di quando partiva
Chi mand
ò un bacio, chi gettò un fiore
Chi si prenota per due ore

Persino il parroco che non disprezza
Fra un miserere e un’estrema unzione
Il bene effimero della bellezza
La vuole accanto in processione

E con la Vergine in prima fila
E bocca di rosa poco lontano
Si porta a spasso per il paese
L’amore sacro e l’amor profano

 

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