Disamistade

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Non tutti gli individui conviventi in una micro o macro società sono disposti a trasformare il disagio in sogno. Laddove “la corsa del tempo spariglia destini e fortune”, mettendoli a continuo confronto nella condivisione di uno spazio ristretto, nasce l’invidia; la disamistadela faida, nasce dal desiderio irrealizzabile di fermare il tempo e di eliminarlo per riportare il mondo a una ipotetica condizione originaria in cui tutti siamo uguali. La faida consiste nel paradosso di ammazzare l’ultimo assassino e l’autorità interviene quasi sempre a sproposito, giudicando frettolosamente in base a testimonianze equivoche, penalizzando innocenti che, scontata una pena ingiusta, diventano i nuovi luttuosi protagonisti della carneficina: in particolare quel “disarmarsi di sangue” da parte dei componenti di due famiglie è originato dalla costrizione alla convivenza all’interno di un esiguo territorio, ma quella manciata di case, quel piccolo paese con relativo tempio religioso, non rappresenta che il vetrino, la miniatura di più popolose società organizzate in territori di ben più vasti confini ( Fabrizio De André)

Disamistade
Disamistade

 

Disamistade fa parte dell’Album Anime Salve del 1996 (prodotto insieme ad Ivano Fossati).

Non si possono chiudere gli occhi sulla violenza, presente anche nel privato. Disamistade descrive un conflitto tra due famiglie, una faida (questo il significato del titolo sardo), attraverso gli occhi angosciati degli innocenti che cercano conforto nella chiesa. Questa resta però chiusa nel suo immobilismo, lasciando ognuno solo di fronte alla prepotenza dell’onore che, in realtà, cela interessi meschini. La disperazione delle vittime porta a gridare che ci dovrà pur essere un modo di vivere senza dolore, ma questa speranza è destinata a restare insoddisfatta.

E’ un testo molto poetico, ricchissimo di immagini molto forti che descrivono con straordinaria efficacia la lotta tra gruppi opposti soprattutto in ambienti piccoli, dove ogni gesto acquisisce una forza incredibile perché appare come osservata al microscopio. È una lotta senza pacificazione quella descritta qui, fatta di torti reciproci, di violenza profonda e non solo fisica, come si coglie dalle numerose presenze della parola dolore.La pace si avrà solo quando una delle due famiglie prevarrà sull’altra, cioè quando una delle due parti cesserà di esistere e verrà “disarmata di sangue“, (non ci sarà più nessuno da uccidere). Non importa se questa guerra ha come effetto collaterale la sofferenza di un paese intero, perchè “il dolore degli altri è dolore a metà“,
Qui si evince pure la critica che De Andrè fa sia all’autorità costituita che alla Chiesa, altro volto dell’autorità, posta a lenire il divario e che qui non svolge alcuna funzione pacificatrice. Le persone assistono infatti a questo scenario desolante che mortifica qualsiasi speranza di creazione di comunità, di collettività e lo fanno proprio dal sagrato di una Chiesa. Così l’unica possibilità che rimane è affidarsi alla fortuna o altrimenti al caso.

Testo Disamistade

Che ci fanno queste anime

davanti alla chiesa

questa gente divisa

questa storia sospesa

A misura di braccio

a distanza di offesa

che alla pace si pensa

che la pace si sfiora

Due famiglie disarmate di sangue

si schierano a resa

e per tutti il dolore degli altri

è dolore a metà

Si accontenta di cause leggere

la guerra del cuore

il lamento di un cane abbattuto

da un’ombra di passo

si soddisfa di brevi agonie

sulla strada di casa

uno scoppio di sangue

un’assenza apparecchiata per cena

E a ogni sparo di caccia all’intorno

si domanda fortuna

Che ci fanno queste figlie

a ricamare a cucire

queste macchie di lutto

rinunciate all’amore

Fra di loro si nasconde

una speranza smarrita

che il nemico la vuole

che la vuol restituita

E una fretta di mani sorprese

a toccare le mani

che dev’esserci un mondo di vivere

senza dolore

Una corsa degli occhi negli occhi

a scoprire che invece

è soltanto un riposo del vento

un odiare a metà

E alla parte che manca

si dedica l’autorità

Che la disamistade

si oppone alla nostra sventura

questa corsa del tempo

a sparigliare destini e fortuna

Che ci fanno queste anime

davanti alla chiesa

questa gente divisa

questa storia sospesa

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