Fila la lana

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In Fila la lana De André ci presenta il versante colto dell’intellettuale  che caratterizzerà la maggior parte della sua produzione.

La canzone è presente nell’album  Tutto Fabrizio De Andrè del 1966.

Sebbene lo stesso De André avesse presentato questo brano medievaleggiante come «una canzone popolare francese del quindicesimo secolo» che aveva conosciuto tramite Vittorio Centanaro, è stato in realtà composto da Robert Marcy nel 1948 e interpretato da Jacques Douai nel 1955. La versione originale trae a sua volta spunto dalla canzone Malbrough s’en va-t-en guerre (XVIII secolo).

 

Fila la lana
Fila la lana

 

Dapprima egli presenta il contesto politico della guerra di Valois e poi ci contrappone il sentimento della dama abbandonata; infine ci porta a commiserare tristemente il destino della vedova che resta sola a filare la lana illudendosi del ritorno del suo amato (Fila la lana, fila i tuoi giorni, illuditi ancora che lui ritorni, libro di dolci sogni d’amore,apri le pagine al suo dolore)

La guerra di Valois di cui si parla è più nota come guerra di successione bretone (1361-1364), conflitto secondario che si svolse nell’ambito della guerra dei cent’anni.

Nel brano emergono alcuni capisaldi della produzione di De Andrè: l’amore perduto per colpa di un destino avverso, l’invettiva contro la guerra che è sempre portatrice di lutti e dolori.

 

Fila la lana

Nella guerra di Valois 
il Signor di Vly è morto,
se sia stato un prode eroe
non si sa, non è ancor certo.

Ma la dama abbandonata
lamentando la sua morte
per mill’anni e forse ancora
piangerà la triste sorte.

Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d’amore
apri le pagine al suo dolore.

Son tornati a cento e a mille
i guerrieri di Valois,
son tornati alle famiglie,
ai palazzi alle città.

Ma la dama abbandonata
non ritroverà il suo amore
e il gran ceppo nel camino
non varrà a scaldarle il cuore.

Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d’amore
apri le pagine al suo dolore.

Cavalieri che in battaglia
ignorate la paura
stretta sia la vostra maglia,
ben temprata l’armatura.

Al nemico che vi assalta
siate presti a dar risposta
perché dietro a quelle mura
vi s’attende senza sosta.

Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d’amore
chiudi le pagine sul suo dolore.

 

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