La ballata del Michè

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La ballata del Michè fu pubblicata come singolo, la prima volta nel 1961, come lato B, nel 45 giri La ballata dell’eroe/La ballata del Miché e nel giugno 1963 fu ripubblicata come lato B del 45 giri Il testamento/La ballata del Miché, infine nel 1966 fu inserita nell’album Tutto Fabrizio De André.

 

La ballata del Miche'
La ballata del Miche’

 

Quella di Michè è la prima di una serie di indimenticabili figure di suicidi: come non ricordare, ad esempio, il protagonista di Preghiera in gennaio (dedicata a Luigi Tenco) oppure la splendida figura di Nancy (la prostituta dell’omonima canzone di Leonard Cohen, superbamente tradotta da De André)

Il protagonista, infatti, si è impiccato non riuscendo a tollerare l’idea di vivere vent’anni lontano dalla sua Marì, per gelosia della quale si era macchiato di omicidio, subendo una dura e ineluttabile condanna: infatti  era stato condannato a 20 anni di carcere.

Non sono quindi il pentimento e il rimorso a indurre Michè a togliersi la vita, bensì la consapevolezza  di restare 20 anni senza la sua amata e quindi decide di suicidarsi e farsi ricordare per  il bene che provava per lei.

Fra gli altri aspetti della canzone, oltre all’implicita ma ferma denuncia dell’intransigenza inappellabile della giustizia (“la Corte decise così“), c’è da sottolineare la mancata indulgenza da parte della Chiesa che negava i sacramenti a un suicida:

Domani alle tre
nella fossa comune cadrà
senza il prete e la messa
perché di un suicida
non hanno pietà. 

 

Testo La ballata di Michè

Quando hanno aperto la cella
era già tardi perché
con una corda al collo
freddo pendeva Michè

tutte le volte che un gallo sento cantar penserò
a quella notte in prigione
quando Michè s’impiccò
stanotte Michè
s’è impiccato a un chiodo perché
non voleva restare vent’anni in prigione
lontano da te
nel buio Michè se n’è andato sapendo che a te
non poteva mai dire che aveva ammazzato
soltanto per te
io so che Michè
ha voluto morire perché
ti restasse il ricordo del bene profondo
che aveva per te
vent’anni gli avevano dato
la corte decise così
perché un giorno aveva ammazzato
chi voleva rubargli Marì
l’avevan perciò condannato
vent’anni in prigione a marcir
però adesso che lui s’è impiccato
la porta gli devono aprir
se pure Michè
non ti ha scritto spiegando perché
se n’è andato dal mondo tu sai che l’ ha fatto
soltanto per te
domani alle tre
nella fossa comune sarà
senza il prete e la messa perché d’un suicida
non hanno pietà
domani Michè
nella terra bagnata sarà
e qualcuno una croce col nome la data
su lui pianterà
e qualcuno una croce col nome e la data
su lui pianterà.

 

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