Curiosità su Fabrizio De André

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Curiosità su Fabrizio De André; eccone alcune.

Da dove nasce il nome Faber?

Il soprannome fu scelto da Paolo Villaggio, suo grande amico, poiché il cantautore genovese era un grande amante dei Faber-Castel, pastelli colorati e matite ancora oggi utilizzati.

De André e Leonard Cohen

Oltre a Suzanne, De André ha tradotto di Leonard Cohen anche “La famosa volpe azzurra” che e’ stata cantata da Ornella Vanoni nell’album Ricetta di donna. Inizialmente la traduzione era stata fatta per Dori Ghezzi.

De André e il premio Club Tenco

Fabrizio è stato il cantautore con il record di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con ben sei Targhe.

Sepoltura di De André

Nella sua bara fu messo un pacchetto di sigarette, un naso da clown, un drappo blu e la sciarpa del Genoa e il suo corpo fu cremato, per sua espressa volontà, e le ceneri sono state disperse nel Mar Ligure.

De André e l’astrologia

Tra le sue passioni c’era anche l’astrologia. A rivelarlo è stato l’amico Mauro Pagani:

Se doveva intraprendere con qualcuno un lavoro, per prima cosa gli chiedeva la data di nascita e l’ora. Poi gli faceva l’oroscopo di base e il quadro astrale completo, con tanto di effemeridi. E, se buttava male, il lavoro non partiva nemmeno”

De André ed Enrica Rignon

Nel 1961 De André conosce la sua prima moglie, Enrica Rignon, che è più grande di lui di sette anni: in seguito alla gravidanza la coppia decise di sposarsi.

De André e le sigarette

Fabrizio inizia a fumare a 13 e non smetterà mai più di fumare.

Racconta Dori Ghezzi : “Fumava dai tre ai quattro pacchetti di sigarette al giorno. Capitava anche che accendesse una sigaretta, poi magari se la dimenticava in giro e subito ne accendeva un’ altra.

Mi ricordo certe notti quando non aveva più sigarette. E allora lo vedevo alzarsi, infilarsi una giacca sul pigiama e girare in taxi per Milano fino a quando non trovava un tabaccaio o un distributore automatico.

De André e le auto

Fabrizio prese la patente a Olbia, nel ’77, a via Tola ma non era un grande amante delle auto e aveva una “Diane 6” arancione. Detestava guidare poiché stare al volante gli ricordava un brutto incidente passato. Tuttavia, anche riguardo alla sua patente c’è un aneddoto curioso, riportatoci da Antonio Abeltino, suo amico che con lui frequentava la stessa scuola guida e con lui prendeva lezioni: “Fabrizio arrivava sempre un po’ in anticipo perché sapeva che il vero appuntamento era nell’ingresso accanto. Vede quel cortile in fondo all’androne? All’epoca c’era un botteghino. Sì, insomma, una vineria improvvisata dove ti servono soltanto vernaccia e acquavite buona. Noi fogli rosa ci riunivamo lì. E Fabrizio con noi, a bere e a raccontare storie sino a tarda sera»

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